DERMATOLOGIA CLINICA E CHIRURGICA

STUDIO E MAPPATURA NEVI

I nevi, comunemente detti nei, sono dei tumori benigni che si manifestano sottoforma di macchie persistenti sulla cute, a seguito della concentrazione di melanociti, le cellule epiteliali che producono il pigmento responsabile del colore della nostra pelle. La maggior parte dei nevi è presente dalla nascita, ma  alcuni possono insorgere anche nel corso della vita. Avere più o meno nevi è fondamentalmente una questione genetica. I nevi sono perlopiù innocui, ma è importante monitorarne nel tempo l’evoluzione per evitare che possano trasformarsi in tumori maligni (melanoma). Questo è possibile attraverso la mappatura dei nevi, una indagine approfondita di ogni singolo nevo eseguita con dermoscopio. Lo specialista potrà analizzarne le caratteristiche (forma, colore, dimensioni, simmetria) al computer e registrarle, così da poterne studiare l’evoluzione e l’eventuale degenerazione nei successivi controlli. I nevi in genere si stabilizzano con il completamento dello sviluppo sessuale e quello è dunque il momento in cui andrebbero controllati per la prima volta (ovviamente in assenza di situazioni anomale che possano rendere opportuno anticipare i tempi).

 

CHIRURGIA DERMATOLOGICA

La chirurgia dermatologica (o dermochirurgia) può avere scopi estetici od oncologici e comprende tutti quegli interventi di “piccola chirurgia” eseguibili dal dermatologo o dal chirurgo generale, finalizzati a risolvere o a prevenire anomalie e lesioni che possono insorgere a livello cutaneo e sotto cutaneo (asportazione nevi, epiteliomi, lipomi, fibromi, papillomi, verruche, cheratosi seborroiche e attiniche, cisti sebacee e pilonidali, unghie incarnite, fino ad arrivare al temuto melanoma). In base alla neoformazione cutanea su cui si è chiamati ad intervenire e alle scelte del chirurgo, si procederà con bisturi e successiva sutura oppure con tecniche alternative (laser innanzitutto, poi diatermocoagulazione, shaving, curettage, crioterapia). In tutti i casi in cui si sospetti la presenza di un tumore maligno o di una lesione precancerosa, è necessario sottoporre il tessuto asportato a esame istologico.

 

DERMATOLOGIA ONCOLOGICA

Il dermatologo specializzato in chirurgia è chiamato a farsi carico della maggior parte dei tumori cutanei, dal momento che non vi sono di fatto alternative all’asportazione chirurgica degli stessi.  La dermatologia oncologica è dunque dedicata alla prevenzione, diagnosi precoce e trattamento delle neoplasie cutanee, in particolare del melanoma e del carcinoma. Il dermochirurgo ha competenze demolitive, proprie del chirurgo oncologo, e ricostruttive, proprie del chirurgo plastico.

La dermatologia oncologica ha nel melanoma, originato dalla degenerazione di nevi, il tumore più aggressivo con cui confrontarsi, ma i più frequenti sono quelli di origine epiteliale (carcinoma squamocellulare e basocellulare). La diagnosi precoce risulta fondamentale in tutti i casi di tumori cutanei. Riconoscere un melanoma in fase iniziale, ad esempio, significa avere una prognosi molto positiva, in grado di ridurre grandemente il rischio di morte.

 

LESIONI VASCOLARI CUTANEE

Le lesioni vascolari cutanee sono causate da un numero eccessivo oppure da un allargamento anomalo dei vasi sanguigni posti a livello sottocutaneo. Si manifestano sottoforma di lesioni più o meno estese, su viso e/o corpo, di un colore variabile dal rosso al violaceo, fino al blu, a seconda della tipologia. Alcune sono congenite, in questo caso si parla più propriamente di malformazioni, altre sono acquisite. Per quanto attiene a quest’ultime, le più comuni sono le teleangectasie, comunemente note come capillari. Si tratta  di dilatazioni visibili di singoli vasi venosi, che vanno a formare linee serpiginose di colore variabile come descritto in precedenza. Più frequenti nelle persone di pelle chiara, sono il frutto di una predisposizione genetica, fattori ormonali e/o dell’esposizione agli agenti atmosferici, quali raggi solari e freddo intenso. Un’altra lesione vascolare cutanea acquisita è la couperose o rosacea, uno stato di arrossamento transitorio o  permanente, localizzato in prevalenza su naso, guance e mento, a volte accompagnato da teleangectasie. La couperose è tipica delle donne in menopausa, ma può essere indotta anche disturbi gastrointestinali, alterazioni a livello della tiroide e in generale da scorrette abitudini alimentari, stress e forti emozioni.  Vi sono poi gli angiomi, malformazioni vascolari cutanee in alcuni casi congenite (se ne parlerà più approfonditamente in seguito), in altri acquisite (angiomi stellati e rubini). Le tecniche per trattare queste lesioni sono molteplici, ma negli ultimi tempi il laser ha senza subbio superato tutte le altre in termini di efficacia e mininvasività, evitando il rischio di danneggiare il tessuto sano circostante. A seconda che si tratti di angioma, capillari o couperose, vi sono diversi laser (Nd:YAG, Pulsed Dye Laser, Laser a Diodi/a Fibra Ottica), con lunghezze d’onda e impulsi più o meno lunghi. E’ fondamentale che questi laser siano utilizzati da mani esperte, preceduti sempre da un’analisi approfondita del caso in questione. Inoltre, deve sempre essere ben rappresentato al paziente che, pur eliminando in maniera indolore e in poche sedute i vasi sanguigni lesionati, il laser non può impedire il formarsi di eventuali nuove lesioni, quando esse sono dovute a una predisposizione genetica o comunque a fattori endogeni.

 

MALFORMAZIONI E LESIONI CUTANEE CONGENITE

Tra le lesioni vascolari cutanee, gli angiomi congeniti rappresentano malformazioni presenti alla nascita o comunque che compaiono nel primo mese di vita. Sono l’espressione dell’anomala proliferazione dei vasi sanguigni, a livello superficiale o profondo. Colpiscono in genere un neonato su dieci e difficilmente regrediscono spontaneamente. I più comuni angiomi congeniti sono gli angiomi piani, detti comunemente “macchie di vino”, che si manifestano con chiazze piane di colore rosso vivo-rosso scuro, di forma e volume variabili, localizzati principalmente sul volto e collo. Vi sono poi gli angiomi chiamati emangiomi superficiali, che si presentano come una tumefazione di colore rosso o bluastro, spesso con alterazioni della cute sovrastante, in varie parti del corpo tra cui anche il viso. Gli emangiomi possono essere anche profondi e in questo caso interessare organi interni oppure muscoli e grasso sottocutaneo. A prescindere dal tipo di angioma, il laser resta la terapia più diffusa anche in età neonatale. Il Dye laser pulsato, ad esempio, particolarmente indicato per i pazienti più piccoli, è in grado di colpire in maniera selettiva i vasi anomali dilatati senza provocare alcun danno sulle strutture sane della pelle. Grazie alla delicatezza dell’intervento, non è necessaria alcuna anestesia. Con il laser sono sufficienti pochi minuti di trattamento, ripetuti per qualche seduta. Dopo qualche giorno la macchia angiomica si schiarirà o scomparirà del tutto. La seduta non è dolorosa, ma per i bambini è consigliabile la presenza dell’anestesista pediatrico per una eventuale leggera sedazione. Le moderne apparecchiature laser dotate di sistemi raffreddanti,  consentono di usare energie anche molto elevate senza alcun pericolo e danno alla cute, oltre ad attenuare il senso di leggero bruciore avvertibile durante la seduta. Alcune tipologie di angiomi richiedono l’utilizzo di laser a fibra ottica, dotati allo stesso tempo di capacità di taglio chirurgico e di potente coagulante, senza alterare i tessuti superficiali e senza esiti cicatriziali. Il risultato terapeutico è determinato dalla profonda conoscenza che il medico specialista deve avere sia nell’ambito della patologia, degli apparecchi che utilizza e dell’effetto biofisico della luce laser.

 

STUDIO E TRATTAMENTO DELLA VITILIGINE E PSORIASI

La vitiligine e la psoriasi sono due malattie della pelle, non infettive né contagiose. La prima si manifesta con macchie bianche sulla pelle, che non si scuriscono con i raggi solari a causa dell’assenza in quei punti di melanina, il pigmento che colora l’epidermide. Le cause sono ignote, potrebbe essere una malattia autoimmune oppure legata alla genetica, certo è che l’impatto estetico su chi ne soffre in maniera severa può essere pesante a livello psicologico. La psoriasi è una malattia infiammatoria cronica, in cui ciclicamente si presentano degli sfoghi eritematosi, in particolare su gomiti, ginocchia, mani, coccige, cuoio capelluto, piedi, area genitale, associati a desquamazioni madreperla dovute all’ispessimento abnorme dello strato corneo. Anche in questo caso la genetica fa la sua parte, ma contano molto i fattori ambientali. E’ infatti una malattia che può essere innescata da stress psico-fisici, farmaci, infezioni, stili di vita sregolati. Così come la vitiligine, la psoriasi può notevolmente condizionare i rapporti sociali e relazionali, fino a condizionare la sfera sessuale quando si manifesta nell’area genitale. Da circa vent’anni vitiligine e psoriasi possono essere affrontate con buoni risultati senza fare uso di farmaci, grazie a Ratok®derm, un’apparecchiatura tutta italiana basata sulla microfototerapia selettiva, cioè sull’impiego mirato di una sorgente di raggi ultravioletti ad alta percentuale UVB. Nel caso della vitiligine, bombardando in maniera puntiforme le chiazze (fino a 60 cm di diametro) con raggi ultravioletti, è possibile far ritornare la pelle al suo colore naturale, senza intaccare la cute sana e in circa 40 sedute annuali. Allo stesso modo, per quanto riguarda la psoriasi, con molta pazienza (2-3 sedute a settimana), si potranno ottenere ottimi risultati già dopo il primo mese e si potranno gestire meglio le recidive periodiche. Il trattamento ambulatoriale comporta soltanto l’utilizzo di creme ad alto potere idratante appositamente studiate: per tali ragioni, Ratok®derm può essere impiegato anche durante la gravidanza e l’allattamento, senza  controindicazioni in caso di insufficienza renale o epatica grave.

 

TRATTAMENTO ACNE

L’acne è una malattia della pelle causata dall’infiammazione dei follicoli pilosebacei, che si manifesta con i classici brufoli, che da punti neri evolvono in papule o pustole. L’acne è normalmente tipico dell’età giovanile, in concomitanza dello sviluppo sessuale, ma può comparire anche da adulto, senza che se ne sia sofferto in gioventù. Le cause possono essere ormonali, legate allo stress, a una alimentazione troppo calorica, a fattori ambientali o semplicemente a una familiarità. L’acne è molto condizionante a livello estetico, soprattutto per gli esiti cicatriziali che lascia. Ecco che oggi la metodica più efficace in questo campo è senza dubbio il laser, in particolare l’Erbium Yag e il CO2 frazionato. Il primo è indicato soprattutto per le cicatrici superficiali, in quanto è un trattamento delicato finalizzato a eliminare i segni superficiali della pelle danneggiata. Il secondo è utilizzato per le lesioni profonde e complesse, in quanto agisce sul derma stimolando la generazione di nuove cellule atte a produrre nuove fibre collagene ed elastiche, oltre a determinare come risultato una cute tonica e priva di difformità. Le apparecchiature laser di nuova generazione hanno sistemi altamente sofisticati tali da selezionare con precisione il tessuto cutaneo cicatriziale e ridurre al massimo gli effetti collaterali. E’ possibile ottenere risultati positivi e definitivi senza limitare la vita sociale del paziente, pur utilizzando, quando è necessario, una terapia aggressiva. Il laser CO2 frazionato ha la particolarità di produrre minuscole, ma profonde lesione microtermiche, salvaguardando le aree di tessuto sano e riducendo i tempi di recupero post trattamento da tre a sei giorni, a fronte di un lieve arrossamento transitorio. È una metodica poco dolorosa e non invasiva, il leggero fastidio avvertito durante la seduta è assolutamente tollerabile. In caso di soggetti particolarmente sensibili,  viene utilizzata la crema anestetica prima di iniziare la seduta. I risultati sugli esiti cicatriziali dell’acne sono visibili già dalla prima seduta, sebbene il protocollo suggerisca tre sedute ogni tre-sei mesi a seconda degli accordi presi con il medico.

 

DERMATOLOGIA ALLERGOLOGICA CON TEST EPICUTANEI PER LE ALLERGIE DA CONTATTO (PATCH TEST)

La dermatologia allergologica è quel ramo della dermatologia che studia e tratta le malattie della pelle di origine allergica dovute al contatto. Le più comuni sono la dermatite da contatto, la dermatite atopica, l’orticaria da contatto e l’angioedema. Il principale test che si utilizza in questi casi per portare alla luce le cause di una dermatite allergica da contatto – e distinguerle da quelle irritative – è il patch test. Esso consiste nell’applicazione di cerotti (patch) contenenti una quantità minima di sostanze potenzialmente allergizzanti sul dorso del paziente. In questo modo, se l’allergia è presente, si provoca nel soggetto allergico una reazione cutanea limitata alla zona di apposizione. Sono necessarie 48-72 ore prima di poter rimuovere i cerotti, che nel frattempo non dovranno né essere bagnati né esposti al sole. Le sostanze che più facilmente possono provocare una dermatite allergica sono i metalli, i coloranti, sostanze contenute nei profumi o nei cosmetici, alcuni farmaci.

 

TEST PERCUTANEI PER LE ALLERGIE RESPIRATORIE E ALIMENTARI (PRICK TEST)

Le allergie possono essere anche di natura alimentare, andando a colpire l’apparato gastrointestinale (diarrea, crampi intestinali), o di natura ambientale (pollini, acari, muffe, piante, peli di animali), con problematiche a carico dell’apparato respiratorio ( riniti, starnuti, congiuntiviti, asma, eccetera).

Per le allergie a sostanze inalanti e  alimentari il più affidabile test percutaneo è il prick test, che consiste nell’applicazione sulla pelle dell’avambraccio di una goccia di sostanze allergizzanti, seguita successivamente da una lieve incisione superficiale. Il test è in grado di individuare le allergie nei confronti di allergeni ambientali quali polveri, pollini nonché nei confronti dei più comuni allergeni alimentari. Dopo circa 15 -20 minuti si esegue la lettura del test, verificando l’eventuale comparsa o meno di piccoli segni pruriginosi in corrispondenza di una o più sostanze testate. Il risultato verrà poi interpretato dal medico in base ai sintomi, anche perché a volte può trattarsi di semplice ipersensibilità e non di allergia.

 

AVVERTENZA: E’ possibile sottoporsi a questi test cutanei ad ogni età, a patto di sospendere nei giorni precedenti ogni farmaco che potrebbe interferire con i risultati: antistaminici e cortisonici in particolare.  I test non sono attendibili se eseguiti su pelle già oggetto di dermatite od orticaria. Dopo la valutazione potrebbero comunque essere consigliati altri accertamenti diagnostici (esami del sangue, spirometria, test citologici sulle secrezioni nasali, eccetera), con il coinvolgimento di diverse figure professionali (allergologo, pneumologo, dermatologo, eccetera).

 

TRATTAMENTO CALVIZIE CON PIASTRINE AUTOLOGHE

La calvizie (alopecia androgenetica su base ormonale) può essere trattata oggi utilizzando le piastrine contenute nel proprio sangue, prelevato e adeguatamente centrifugato in modo da ottenere un plasma ricco di piastrine (PRP).  Esso sarà iniettato con un ago finissimo nelle zone colpite da calvizie, dopo essere stato attivato, cioè dopo aver rilasciato i fattori di crescita presenti al suo interno. Oltre a bloccare la caduta, il trattamento con piastrine autologhe favorisce la ricrescita e la densità, regolando/riattivando l’attività dei bulbi piliferi atrofizzati. Tanto più l’intervento sarà precoce, tanto più potrà dare risultati migliori. Può essere somministrato anche attraverso ionoforesi in presenza di vaste aree da trattare o nei pazienti più piccoli che hanno subito interventi chirurgici o radioterapia. Generalmente sono previste 2-3 sedute a distanza di 2-3 mesi per poter ottenere risultati apprezzabili soddisfacenti. Nei casi di calvizie estesa, l’unica soluzione reale resta l’auto trapianto.

 

TEST SIERO E PLASMA AUTOLOGHI

Il test cutaneo con siero e plasma autologhi consente di diagnosticare l’orticaria cronica autoimmune, una forma grave di questa patologia. Il test consiste in prelievo di sangue, successivamente separato per centrifugazione in modo da eliminare la parte corpuscolata e re-iniettare  soltanto siero e piastrine nell’avambraccio mediante micro puntura del tutto indolore.

Se dopo mezz’ora dall’iniezione intradermica compaiono i tipici segni dell’orticaria (pomfi) là dove è stata praticata l’iniezione, ciò significa che il test è positivo, vi è quindi la conferma della natura autoimmune dell’orticaria cronica. Per una migliore resa, è opportuno che vengano interrotte le terapie che possono interferire con il test, in particolare gli antistaminici. Le classi di reazione si definiscono secondo una scala da 1+ a 4+ in base ai diametri del pomfo e dell’eritema.